Racconto di un’Esperienza di Ritiro

Questo articolo parla brevemente di una recente esperienza di ritiro di pratica di meditazione Vipassana a cui ho partecipato.

Ormai saprete che la meditazione Vipassana, o di chiara visione, è una delle tradizioni antichissime da cui derivano gli esercizi che pratichiamo durante i corsi di mindfulness per la riduzione dello stress. Bene, dovete sapere che noi istruttori formati all’Associazione Italiana Mindfulness, ogni anno abbiamo la responsabilità di approfondire la nostra pratica personale con un ritiro lungo di Vipassana. Per questo motivo quest’estate mi sono recata a Pian dei Ciliegi, un centro di meditazione che si trova vicino a Piacenza, dove vive periodicamente il monaco Bhante Sujiva, il quale conduce ritiri di questo tipo.

L’esperienza di entrare in ritiro può essere molto intensa soprattutto durante i primi giorni in cui avviene la disintossicazione da cellulare e internet e la mente deve rallentare il suo ritmo operativo per adeguarsi al nuovo ambiente.

Dal mondo frenetico, incessante, caotico e richiestivo in cui siamo immersi si passa a un contesto pacifico, aperto, stabile e prevedibile… condizioni alle quali non siamo molto abituati!

Niente cellulare quindi, niente parole inutili su che lavoro faccio e chi sono, solo l’incontro con un gruppo di persone provenienti da diverse nazioni sedute insieme, per praticare, in pace! Sono stata accolta in questa grande casa, invitata a sistemare la mia roba in una camera pulita e ordinata e mi hanno assegnato un piccolo compito da fare ogni giorno per contribuire al buon funzionamento del ritiro. Alcuni volontari curavano la cucina, altri l’organizzazione e le traduzioni dall’inglese all’italiano. Il clima era accogliente, collaborativo e rispettoso, tutto in modo da favorire il più possibile la concentrazione nella pratica.

La pratica è durata 3 settimane sotto la guida esperta, in lingua inglese, dell’insegnante.

Durante il ritiro ho notato una cosa importante: se con l’MBSR lavoriamo con impegno per aumentare la consapevolezza del momento presente, questo facilita notevolmente la pratica di Vipassana. Almeno questa è stata la mia esperienza.

Adesso immagino i pensieri di qualcuno che dicono: “Si vabè ma come si fa??”

Quello che ho descritto è stato un periodo di tempo abbastanza lungo dedicato solo all’approfondimento della consapevolezza, è vero, ma per cominciare basta molto meno. Potersi concedere un periodo di tempo per praticare, anche piccolo, può sembrare un sogno e invece è realtà. Provo un’immensa gratitudine per questo! Ma come tutte le realtà sono destinate a finire… e anche l’esperienza del ritiro è arrivata a conclusione. Ma un’avventura finisce e una inizia… ebbene sì, la pausa estiva è finita e si riparte con i corsi di Mindfulness per la Riduzione dello Stress!

Mi auguro con tutto il cuore che questa esperienza di ritiro possa servire indirettamente ai nuovi corsisti che inizieranno l’avventura del Mindfulness Based Stress Reduction la prossima settimana.

Avanti tutta!!!

 

Approfondire le Pratiche di Consapevolezza: Una Scelta di Valore

La vita è un processo in continuo fluire e noi siamo parte di questo eterno divenire. Secondo la metafisica buddhista, in particolare nella tradizione Theravada a cui appartiene la meditazione Vipassana, o di chiara visione, non esiste una sola realtà ma quella in cui quotidianamente viviamo è solo una parte di quella che noi chiamiamo esistenza: la realtà chiamata convenzionale è quella che quotidianamente in modo grossolano viviamo, in cui proviamo piacere e dolore, in cui ci emozioniamo, ci spaventiamo, ci sorprendiamo, quella in cui amiamo, è la realtà dei concetti che ci servono per comunicare e iniziare il percorso verso la comprensione profonda. Poi ci sono le cosiddette realtà ultime che sottendono la realtà convenzionale. Attraverso le pratiche di consapevolezza, il porre l’attenzione in modo intenzionale e non giudicante, momento per momento, sull’attività della nostra mente (considerate non disgiunta dal corpo), ci consente di penetrare al di sotto della percezione data dalla memoria di esperienze passate, al di sotto degli schemi reattivi, al di sotto degli istinti, delle emozioni e al di là del pensiero, al di la dei concetti.

Possiamo superare la sofferenza quotidiana, accogliere lo scorrere della coscienza e osservarlo, possiamo abbandonare il nostro limitato senso del sé ed espanderlo fino a contenere l’intera umanità. Attraverso la conoscenza di insight che si sviluppa con l’approfondimento nella pratica meditativa possiamo fare spazio ad una conoscenza chiamata di visione profonda, ovvero che non nasce attraverso I concetti e le lenti deformanti della percezione discorsiva, ma che semplicemente avviene quando lo spazio della mente è pronto ad accoglierla. La conoscenza di insight è come un lampo che attraversa la coscienza, in cui tu sei sia all’interno che all’esterno, e porta un’informazione chiara, immediate, non elaborata, che poi verrà immediatamente aperta e resa discorsiva dal pensiero concettuale e narrativo. Questo tipo di conoscenza va poi integrata nella realtà convenzionale e permette di scegliere in modo consapevole, chiaro, le azioni da intraprendere giorno dopo giorno. Iniziare un percorso per superare la sofferenza attraverso le pratiche di consapevolezza può essere una necessità, ma approfondire la coltivazione della consapevolezza è una scelta, che comporta impegno, sforzo e un orientamento verso il vivere una vita di valore, per se stessi e per il mondo.