La consapevolezza del vero sé

 

Esiste un contatto a cui possiamo abbandonarci,

esiste un momento in cui possiamo percepire noi stessi, con autenticità,

esiste un ascolto profondo che coglie dove siamo e dove possiamo andare.

 

Esistono azioni attraverso le quali l’intenzione può diventare realtà, in modo coerente.

Esiste un mondo esterno in cui poter condividere,

esiste un mondo interno in cui poter accogliere.

 

Esiste una terra nella mente, che è il corpo,

esiste un cielo nel corpo, che è la mente,

esiste una danza della vita tra cielo e terra, tra corpo e mente.

 

Esiste una danza fondamentale della vita: la creatività.

Esistono la vitalità, la curiosità e la generosità verso le esperienze di esseri umani,

esiste un mondo in cui possiamo essere tutti cullati dallo stesso battito.

 

La Consapevolezza del Corpo in Acqua

Mi trovo tra le acque di un mare luminoso, immersa nelle sensazioni del corpo, e un’intuizione mi rimanda l’importanza fondamentale di questa esperienza. Il contatto con l’acqua può riportare alla mente una sensazione antica di piacevolezza diffusa a livello epidermico in tutto il corpo, una sensazione di pieno contatto, che riconosce e stimola il nostro confine fisico in ogni centimetro di pelle.

Durante i corsi di mindfulness ci esercitiamo molto nel riappropriarci delle sensazioni del corpo, sia nell’immobilità che nel movimento, e credo che il contatto con l’acqua possa facilitare la presa di consapevolezza del posto che occupiamo nello spazio intorno a noi attraverso il recupero della ricettività sensoriale.

La pelle è il più grande organo sensoriale del corpo e svolge una funzione importantissima sia organica che psichica, che è quella di permetterci di fare esperienza del confine tra il nostro mondo interno fatto di pensieri, emozioni, sensazioni, e il mondo esterno fuori di noi, con cui siamo costantemente in relazione durante l’intero arco della vita. Questo confine, delineato nei suoi contorni, ci rimanda alle potenzialità e ai limiti che abbiamo come esseri umani, più o meno legati alle specificità individuali.

Anzieu, psicoanalista francese, parlava di “Io pelle” per descrivere il senso del Sé che emerge dalla consapevolezza dei confini sensoriali maturata nell’arco dello sviluppo grazie al contatto pelle – pelle del bambino con l’ambiente che lo circonda, in particolare con le figure che gli hanno garantito accudimento durante l’infanzia.

Riappropriarci della piena consapevolezza di noi stessi passa anche da qui. Ricordarci di aprire l’attenzione alle sensazioni corporee ci permette di recuperare o costruire una rappresentazione coerente di noi stessi, dei nostri limiti e delle potenzialità ci appartengono, permettendoci di vivere più pienamente nel qui e ora.